lunedì 28 aprile 2014

[Straziami, ma di baci saziami]



"Ma in verità la struttura dell’inconscio non è conflittuale, opposizionale o di contraddizione, ma interrogativa e problematizzante. Né la ripetizione è potenza bruta e nuda, al di là degli spostamenti che verrebbero ad investirla secondariamente come altrettante varianti, ma s’intesse invece nel mascheramento e nello spostamento intesi come elementi costitutivi a cui non preesiste. La morte non appare nel modello oggettivo di una materia indifferente inanimata, alla quale «tornerebbe» il vivente, ma è presente nel vivente, come esperienza soggettiva e differenziata fornita di un prototipo. Essa non consiste in uno stato di materia, corrisponde invece a una pura forma che abbia abiurato qualunque materia, alla forma vuota del tempo. (Ed è assolutamente la stessa cosa, vale a dire una maniera di riempire il tempo, tanto subordinare la ripetizione all'identità estrinseca di una materia morta, quanto subordinarla all’identità intrinseca di un’anima immortale.) Il fatto è che la morte non si riduce alla negazione, né al negativo di opposizione né al negativo di limitazione. Né la limitazione della vita mortale attraverso la materia, né l’opposizione di una vita immortale con la materia, danno alla morte il suo prototipo."

G. Deleuze, Differenza e ripetizione

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