mercoledì 9 aprile 2014

Profaino

Gli angeli sono scuri, fanno paura a chi non ci vede chiaro. Si vestono di luce per sedurre i boccaloni, per colargli in bocca il nettare di un amore intossicante. Se dismettono gli abiti li concepisci quali condottieri babilonesi, il volto ambiguo - li puoi solo sognare - ma scuro e irato, come padri di famiglia. Questo qui, in particolare, mi viene a dire che dovremo infine soccombere ad atroci sofferenze: è necessario. Rimembro un altro sogno depositato nel corpo e tra le membra ricordo generazioni infinite di esseri compressi in complesse piramidi, per vaghi eoni, su pianeti altri. Qualcuno me lo mostrava in chiave esoterica. "E’ terribile cadere nelle mani del Dio vivente!" Vorrei liberar - ribellarmi, ma sum dignus, per cui chiudo il becco. Non posso più cinguettare. Passa del tempo. Vedo centocinquantamila cinguettii andare al macero, carne già morta da viva per astratta necessità meccanica industriale, e mi avvedo che il sogno concepiva ciò che io non riesco nemmeno a capire. Profezia come rullo compressore: il corpo si è fatto flatus vocis. Il dolore è l'unica cosa per sempre invisibile - ma stavolta è tutto vero, e infatti a me non succede un cazzo. C'è consolazione nel rendersi conto che il mondo non finisce, che l'apocalisse è su questa terra sempre il destino d'altri? Da un lato l'orrore, dall'altro la noia. Qualcuno mi dice che ha paura per la sua incolumità per via di partiti politici: la parte per il tutto. In questa eterna sineddoche de noartri parte-cipare significa fare a pezzi un pulcino. Non so come fare, forse dovrei attivarmi. E' da ieri che vorrei vomitare, ma non so come fare.
(Nel sogno poi l'angelo tornava a rompere, perché di fronte al dramma mi vedeva integro nel prendere parte alla mia comunità. Non coglieva la cosa - ha le gambe rigide, non può abbassarsi - e non comprendeva. Io ringhiavo, e fra i denti sfuggivo a me stesso: "TU NON SAI COSA VOGLIA DIRE PERDERE OGNI SPERANZA". L'angelo prima pensava di tagliarmi la gola, poi cedeva per rispetto e mi augurava che potessimo reincontrarci "nel Consiglio": dopo la morte predetta. Ma se a morire sono i pulcini io rimango senza consiglio, con la lama fra i denti)

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